Roberto Lucchi si defiisce il cappellaio matto ad Altaroma.
Ci piace inserire news anche su stilisti e artisti che con la loro passione, creano accessori vintage e collegati anche al mondo dello spettacolo retrò e vintage come piace a noi.
In occasione della settimana della moda romana, ad Altaroma, ho avuto la possibilità di conoscere e parlare con vari designers che con talento e amore lavorano al loro Brand, portando la bandiera dell’eccellenza della moda italiana, restituendo luce e bellezza e ricostruendo ciò che negli anni stava andando perduto: la tradizione e la riscoperta di antichi mestieri.
Roberto è uno di loro, attraverso il sorriso degli occhi (perché la bocca era coperta da mascherina) mi ha comunicato gioia, forza, e passione per il suo lavoro, nato quasi casualmente, ma quando c’è di mezzo il destino poco c’è di casuale.
Infatti ha fatto risbocciare un lavoro quasi scomparso, ci ha creduto fortemente ed ora è in lancio per la sua carriera di “cappellaio matto” è così che si definisce.
Io ho pensato di quanto abbiamo bisogno di lui, nel nostro lavoro on stage, dove tutto è concentrato sul vintage, la sua bellezza e preziosità, con un’impellente necessità di un’artigianalità quasi scomparsa.
Ecco la sua storia.
Roberto Lucchi, classe ‘95, dopo il diploma da geometra spazia tra diverse
facoltà universitarie (scienze motorie, economia, accademia musicale) e pensa: “Come posso distinguermi in una
società che tende all’omologazione?”.
La risposta arriva nell’estate del 2017, stanco dei soliti noiosi cappelli in paglia, a Roberto piomba addosso l’idea di un cappello artigianale e totalmente personalizzato.
Mosso dalla difficoltà nel reperire l’oggetto desiderato, Roberto decide di
crearselo lui stesso. Parte quindi verso gli antichi borghi della Toscana
con qualche informazione basilare sul processo di creazione del cappello,
alla ricerca dei segreti del mestiere. Dopo giorni di ricerca, ritrova una
serie di cappellifici dismessi, che cessarono la loro attività ancora prima
del passaggio a strumenti di “stampaggio” più moderni, ritrovandosi
circondato da affascinanti forme in legno e da alcuni maestri delle tecniche
artigianali. Da quel giorno, osservando quel mondo in estinzione, nasce
una grande passione. Da zero Roberto riesce a recuperare le antiche
strumentazioni e imparare tecniche manuali e tradizionali dai maestri per
iniziare una piccola produzione di cappelli artigianali, fatti interamente a mano.
Nel suo piccolo, il brand vuole fare un cambio di marcia rispetto alla
direzione consumistica della società, allontanandosi da ciò che sono le
collezioni stagionali e la vendita di massa, cercando così di mitigare il
danno ambientale della sovrapproduzione e dello sfruttamento.
I materiali utilizzati sono naturali come il gros-grain in cotone, i tessuti
ecofriendly, gli intrecci di corda grezzi, e le tinture con pigmenti naturali.
Complimenti Roberto noi tifiamo per te!
Marzia Bortolotti