
E’ uno dei personaggi più creativi ed eclettici che orbita intorno e nel mondo burlesque. Maria o Madame de Freitas per noi è uguale. Nel suo caso non importa dove inizia e finisce il suo nome d’arte, lei è e resta un’artista sia nella vita reale che in scena.
Nasce costumista, ma affascinata dal palco inizia a cantare, a recitare, a performare, senza abbandonare la sua anima da Dj. Ma dopo un lungo giro, Madame de Freitas quest’anno torna al suo primo amore e giovedì 15 Giugno presenterà la sua prima collezione beachwear a Roma (dalle ore 19 alle 21,30 in Via dello Scalo di San Lorenzao 3) presso l’Atelier Ultramoderno.
Le abbiamo chiesto un’intervista per sapere qualcosa di più sulla sua inesauribile vena creativa.
Iniziamo dal debutto della tua collezione: finalmente verrebbe da dire! Sarà la prima di una lunga serie?
Più che una collezione è l’inizio di una nuova pagina della mia storia. Dopo anni trascorsi a realizzare abiti e costumi su progetto, ora voglio creare pezzi unici prêt-à-porter sia per lo spettacolo che da indossare anche nella quotidianità. Abiti, copricapi, accessori, tutto ciò che gli artisti di spettacolo possono desiderare, si possono scegliere tra le mie creazioni spontanee senza avventurarsi in realizzazioni su progetto, aggiudicandosi la purezza della mia ispirazione e sempre con la garanzia dell’unicità del pezzo. Per quanto riguarda l’abbigliamento abbiamo iniziato una produzione che si arricchisce giorno per giorno. Anche in questo caso i capi sono pezzi unici e frutto della mia fantasia del momento. Voglio regalare sogni immediati per tutti quelli che vogliono varcare la porta del mio mondo e portarsi qualcosa a casa subito! Da giovedì 15 giugno, con l’inaugurazione del nuovo Atelier ULTRAMODERNO tutti i pezzi verrano datati e firmati con la mia impronta digitale, citando una delle più grandi stiliste della storia del ‘900. Qualcuno sa di chi parlo?
…No, diccelo tu…
Madeleine Vionnet
Sei prima di tutto una costumista: da dove nasce il tuo amore per gli abiti di scena?
Non è difficile amare il costume di scena se s’impara a cucire a 13 anni in Brasile e in più si ha la fortuna di girare il mondo fin da piccola ammirando la storia e gli abiti di diverti popoli. Mia madre è stata fantastica fin dai miei primi segni di sfogo creativo. Era una propensione naturale che ha preso la sua strada da sola.
Il tuo Atelier Ultramoderno, oltre ad affittare costumi di scena, è anche una sartoria… Raccontaci qualcosa delle tue creazioni…
Raccontare un abito è come parlare di cibo, ogni persona ha un gusto dove ritrova il suo piacere. Le parole sono inutili confronto a quello che può dare l’immagine o il tatto! Vi invito a passare a trovarci giovedì 15 alle ore 19 per un aperitivo per vedere tutto con i vostri occhi!
Nel tuo Atelier Ultramoderno hai delle chicche, tipo un vestito della Pampanini… ci racconti la sua storia e che costume è.
Sì, come ho già detto in altre occasioni, mi capita spesso di acquistare storie altrui. In atelier abbiamo più di 500 abiti storici ed ogni uno ha vissuto qualcosa di unico. Di pochi conosciamo la vera storia. Il vestito di cui mi domandi è una tutina effetto nudo, con ricami sulle parti intime per nascondere le vergogne della straordinaria Silvana Pampanini. Dicono che l’abito abbia causato scalpore in Rai perchè l’effetto nudo era fin troppo efficace!
Da poco più di sei mesi insieme a Sior Mirkaccio avete dato vita alla Conventicola degli Ultramoderni. Come vi è venuto in mente? A quale desiderio risponde il vostro locale?
Anche Atelier ULTRAMODERNO come La CONVENTICOLA degli ULTRAMODERNI nasce insieme a Mirko Dettori e alla sua delirante e iperlucida idea di ULTRAMODERNITA’, un progetto ancora più ampio e che riserva molte sorprese. Rispondendo alla tua domanda, Mirkaccio ed io abbiamo iniziato a lavorare insieme da circa 6 anni al Micca Club con il nostro spettacolo del giovedì che si chiamava Elisir. Su quel piccolo palco mi sono vista sbocciare e ogni settimana allestivo il palco come un salotto dei desideri dove vivevamo quelle ore tra sogni, dischi, musica e fantasia ogni settimana. In fondo la Conventicola nasce già da qual momento. Negli ultimi anni abbiamo fatto cose meravigliose come spettacoli in grandi teatri come il Salone Margherita che ho tanto sognato, il Carnevale da 4 anni al Casinò di Venezia, collaborazioni con artisti speciale in giro per l’Italia. Ma nessuno di questi posti ci dava piu quel senso di comodità e pace che ci potava dare il nostro piccolo palco al Micca Club. Quindi dopo aver reso ogni possibile location parte di casa nostra, al costo di partire con il divano di casa in macchina abbiamo voluto fortemente avere un posto da chiamare Casa!
La programmazione è ricca e variegata e, in poco tempo, siete diventati un punto di riferimento nell’intrattenimento romano. Siete soddisfatti del successo che state avendo?
Questa è una sensazione che mi trasmettono le persone quando mi raccontano le loro esperienze in Conventicola. Credo che la magia si crei per pochi e semplici motive. La prima è che Io e Mirkaccio siamo a casa nostra e ospitiamo chi ci pare. La prova di questo è che quasi tutte le realtà del burlesque romano hanno avuto il loro spazio e si sono finalmente frequentate in una specie di zona franca! In poco più di 6 mesi abbiamo visto uscire dal nostro sipario di velluto nero circa 300 artisti. In nome dell’ULTRAMODERNITA’ ed in particolare del nostro concetto di Varietà si sta creando una congiunzione tra realtà anche lontane, come cantautori e performer, underground e jet set, disc jockey e strumentisti di altissimo livello. Abbiamo già ospitato icone internazionali della scena Vaudeville e Burlesque, e ottenuto endorsement importanti tra cui Andy Bluvertigo, Principe Maurice e il produttore hollywoodiano Roman Coppola. Abbiamo iniziato una proficua collaborazione con Bargiornale, la più importante rivista di settore italiana. A dirla tutta non è facile riempire il locale tutti i giorni di gente piacevole. Stiamo lavorando principalmente sul passaparola poiché temiamo il pubblico portato dalla pubblicità. Preferiamo avviarci senza fretta, siamo sicuri di ciò che proponiamo e desideriamo che la CONVENTICOLA resti una conventicola di persone gradevoli e fantasiose da coccolare e da sorprendere ogni sera.
Programmi per la stagione futura? Qualche anticipazione…
In questi giorni stiamo lavorando con una produzione cinematografica ed una televisiva per nuovi lavori che includeranno non solo i protagonisti dell’ULTRApalco ma anche ULTRAMODERNE e ULTRAMODERNI che frequentano il locale con avventori. Vogliamo che la Conventicola diventi un polo di riferimento per lo spettacolo di Varietà. Per questo abbiamo iniziamo i nostri corsi di ULTRA-VARIETA’ e i Corsi di sartoria e Costume di Scena. Ci stiamo inoltre strutturando come organizzazione di spettacoli ed eventi e come agenzia di scouting e casting per cinema e spettacolo.
Ora veniamo alla vena artistica di Madame De Freitas: ti abbiamo vista cantare, ballare e fare la Dj… Come si fa a dare forma artistica ad un eclettismo artistico come il tuo?
Sono in effetti tutte cose che compongono la mia vita, forse date dal fatto che mi piace moltissimo condividere le mie passioni con gli altri e il palco mi permette anche questo. In fondo sono tutte collegate, non faccio altro che indossare abiti che creo, far sentire la musica che mi piace e cantare bellissime canzoni che vorrei sentirmi cantare. Cose che molti fanno per se stessi dentro una stanza e io lo faccio per tutti quelli che mi scelgono. Ti abbiamo vista in scena anche come performer burlesque… alla fine hai ceduto anche tu? Quando hai deciso di provare anche questa esperienza artistica? La fame viene mangiando… Ho deciso quando la mia vita si è catapultata dentro il Micca Club e in quel momento finalmente non erano più le modelle o le performer a indossare per mie creazioni, ma sono diventata io l’immagine del mio nome e cognome. Canzonettista, burlesquer, performer, djette, organizzatrice, costumista, stilista, sarta, per me sono solo dei modi per dare altra forma a ciò che sono.
Il tuo compagno di avventure artistiche è Sior Mirkaccio: una “coppia artistica di fatto” si può dire. Quanto influenza in positivo essere una coppia artistica?
Dice una canzone del suo album “non ho più altri sogni in cui non ci sia anche tu” e Mirkaccio per me è questo. Un uomo che crede in me più di me stessa. La nostra relazione non va oltre una grande amicizia e la passione per il Varietà che è il nostro lavoro. Eppure non so immaginare la mia vita senza lui. Ci conosciamo e ci accettiamo per i difetti che abbiamo , ogni tanto come tutti discutiamo e siamo in disaccordo ma siamo complementari e nel bene e nel male credo che saremmo sempre insieme. Non avrei mai intrapreso tutte queste imprese senza lui.