Sono anni che scrivo e racconto storie di donne con svariate problematiche inserite nella rubrica della Burlesque Terapia.
Spesso incontro donne che mi raccontano pezzi di loro storie, ma poi si fermano, oppure vorrebbero raccontare, ma non hanno il coraggio di renderle pubbliche. Capisco non sia facile, anzi piuttosto doloroso e forte mettersi a nudo raccontando momenti intimi, tutt’altro che gioiosi della propria vita. Parlando della ricorrenza di questi giorni dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, Burlesque News ha pubblicato e diffuso vari eventi e interviste che parlano di questo argomento o comunque di storie di donne forti che esprimono, a loro modo, un messaggio o un contributo.
Francesca Filardo, in arte Candy Bloom, fa parte da gennaio 2019, della redazione di Burlesque News e solo ora ha deciso di raccontare un p0′ della sua storia. Penso che sia utile aprirsi e condividere le proprie esperienze per confrontarsi e dare un input ad altre donne per aprirsi e reagire a tristi realtà che purtroppo esistono ancora nel 2019.
Ecco il suo racconto:
“Sono nata in una famiglia di matrice estremamente maschilista, nella quale le donne erano fatte per sposarsi e fare figli. L’idea di avere dei sogni non era contemplata e men che meno l’idea di essere libera. A casa facevi qualcosa solo se serviva, se no era inutile. Fare l’artista non era considerato un lavoro. Oltre a questo mio padre era spesso violento ed aveva un atteggiamento estremamente differente con me e con mio fratello. Avrebbe voluto che io alzassi i suoi abiti da terra e che gli rifacessi il letto la mattina. Dato che io davvero sono nata libera e femminista, potete immaginare quante ne ho prese, perché non ho mai voluto piegarmi a queste regole per me inconcepibili. Ma, essendo la più grande (ho 5 anni in più di mio fratello) le prendevo anche se era lui a fare marachelle perché io avrei dovuto guardarlo.
Io sono nata artista e molto sensibile. Per me lo studio delle forme era importante e avrei passato le intere giornate a dipingere o disegnare, ma, come avrete capito, erano tutte cose inutili. Io dovevo pulire casa ed imparare a cucinare, non c’era spazio per quello che piaceva a me.
Quando ho dovuto scegliere la scuola superiore mio padre voleva a tutti i costi che io facessi il liceo classico o lo scientifico e, dato che ragionarci era impossibile, gli feci dire da mia madre che mi sarei fatta bocciare fino a quando non mi avesse mandata all’Istituto d’arte nella sezione moda e costume. Cucio da quando avevo 5 anni ed è sempre stata la mia passione, sarei davvero stata un talento sprecato. Così ottenni di andare all’Istituto d’arte, ma con la minaccia che se fossi stata rimandata soltanto una volta in una materia sarei stata ritirata da scuola.
Ecco, così è stata tutta la mia vita, un continuo compromesso, una continua paura. Violenza fisica e psicologica, un continuo farmi sentire diversa, stupida, non all’altezza, inadeguata. L’ultima volta che mio padre mi ha messo le mani addosso avevo 26 anni e fu l’ultima volta perché lo minacciai di denunciarlo.
Insomma questa storia non ha avuto fine fino a quando me ne sono andata via di casa.
Ora sono libera. Vivo da sola, faccio l’attrice, insegno Burlesque, lavoro nella mia sartoria teatrale. Insomma mano a mano sto realizzando tutti i miei sogni e il Burlesque mi ha insegnato a fidarmi di me stessa, a sentirmi adeguata e più sicura di me. Sono single perché fino ad ora ho incontrato uomini sbagliati, perché, ovviamente ho grande difficoltà a soppesare le persone, in particolare quelle di sesso maschile. Ma prima o poi incontrerò qualcuno che vorrà fare un pezzo di strada con me.
La violenza non è mai solo fisica, ci coinvolge in maniera totale, gli uomini violenti ti devono far credere che sei sbagliata per far si che tu non vada via, che non abbia il coraggio di camminare con le tue gambe, perché in realtà sono loro ad aver bisogno di una vittima per sentirsi vivi e potenti. Io sono stata forte e mi sono liberata, ho avuto una mamma ed una nonna che, in qualche modo, sono riuscite a farmi credere in me. Spero che la mia storia possa essere di ispirazione ad altre donne, perché noi siamo molto, molto di più di quello che pensiamo e possiamo tranquillamente essere libere e felici sia in coppia che da sole.”
CD