La Festa della donna è ricca di eventi divertenti, formativi, culturali e dedicati alla femminilità, ma anche di momenti per ragionare e valutare situazioni che vedono le donne in difficoltà.
Sophie Sapphire, durante il suo festival That’s Amore, che si è svolto a fine gennaio a Roma, ha invitato tutte le partecipanti a indossare un paio di scarpe rosse per ricordare il problema della violenza sulle donne. Ora spieghiamo brevemente l’origine di tale gesto.
Il 27 luglio del 2012 Elina Chauvet utilizzò per la prima volta un’installazione artistica pubblica davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città di Juarez. L’opera consisteva in un insieme di scarpe rosse.
L’artista ha vissuto e studiato in Messico; durante l’università venne a conoscenza di orribili fatti che avvenivano ai danni di ragazze dai 15 ai 25 anni: operaie di una fabbrica che venivano rapite, stuprate, mutilate e poi strangolate e gettate nel deserto. Sembrava un macabro rituale ad opera di un serial killer, ma non lo era. Le povere ragazze venivano semplicemente utilizzate come oggetti. La cosa terrificante era che sia la polizia che lo Stato non facevano nulla per porre fine a questa carneficina e arrestare i colpevoli. Elina così si recò dalle famiglie delle vittime, si fece regalare un paio delle loro scarpe, le dipinse di rosso, a ricordare il sangue delle vittime, e ne fece una scultura che divenne il simbolo, l’icona, della lotta contro la violenza sulle donne, con una giornata in memoria che è il 25 novembre. Abbiamo voluto spiegare la storia di questo simbolo in un’altra giornata di memoria: l’8 marzo.
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