La pin up è un tipo di donna molto particolare. Si tratta di una donna “made in USA”, una super “bambola”, famosa sia per come si veste, sia per come si sveste, ma sempre in modo decisamente simpatico e naturale. Ama flirtare ma resta innocente, è erotica ma non esplicita, maliziosa ma dolce.
“La sua sensualità non è artefatta e la sua esposizione è causata sempre da un evento accidentale” afferma l’autore del volume “The Art of the Pin-Up”. “Un amo da pesca le sfila il bikini, un motore fuoribordo le strappa la gonna, un cucciolo dispettoso la fa inciampare e l’onnipresente brezza di vento le solleva la gonna, ma tutto senza che sia mai esposta completamente”. Ultimamente si sente spesso parlare di questa moda, quindi vale la pena approfondire con qualche accenno storico per capire che non basta una fascia in testa e un sottogonna per essere una pin up.
La storia delle Pin Up inizia durante la Prima Guerra Mondiale, con una popolarità in continua crescita durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i soldati lontani da casa appendevano un’immagine che ricordasse loro il motivo per cui combattevano… da qui il nome Pin up.
Per ragioni pratiche le ragazze iniziarono ad indossare pantaloncini sportivi, attirando l’attenzione sulle gambe come mai prima d’allora, rendendo popolare un’immagine della donna più erotica e allo stesso tempo più mascolina.
La storia delle Pin Up è certo ricca di contraddizioni, poiché da una parte vede le donne oggetto del piacere maschile, ma al contempo uno dei simboli del movimento femminista, restituendo alle donne sensualità e liberazione dai canoni di bellezza comuni.
Per chi volesse visionare immagini classiche di riferimento può guardare le illustrazioni di Gil Elvgren che dagli anni ’40 trasformava in disegni di sua creazione varie foto per locandine pubblicitarie. La sua tecnica consisteva nel fotografare le modelle per poi trasporle pittoricamente in una strepitosa iper-realtà fatta di gambe più lunghe, acconciature più spettacolari e altri dettagli accentuati per risollevare il morale dei soldati in preda alla nostalgia di casa.
Da qualche anno a questa parte sta crescendo l’interesse nei confronti dei festival o eventi vintage, come ad esempio Vintage Roots Festival, Summer Jamboree, Twist and Shout, Lollipop Night, Vintage party Como lake burlesque, che propongono l’identità musicale e culturale in voga prima dell’avvento del Beat inglese (1963), con band musicali, stage di ballo swing, lindy hop e Boogie Woogie, sfilata di Pin Up e spesso si affiancano a mostre di automobili e moto d’epoca, burlesque, banchetti con oggettistica vintage – abbigliamento, occhiali, cappelli, dischi in vinile, accessori particolari, corner per trucco e parrucco, zucchero filato, pop corn e… tanta voglia di divertirsi, come solo in quegli anni si sapeva fare.
Cristiana De Giglio