Per tutti gli appassionati di Betty Page, sulla radio svizzera RSI Rete Due sono on line i podcast della sua incredibile storia a puntate, raccontata da Lorenza Fruci, autrice del libro “Betty Page. La vita della regina delle pin-up”, nella trasmissione Blu come un’arancia.
ECCO IL LINK.
Betty Page, iconica modella americana degli anni ‘50, è considerata la madre di tutte le pin-up. Lavorando solo dal 1950 al 1957, con le sue fotografie è riuscita ad imporre la sua immagine grazie al suo sorriso sincero e coinvolgente, alla sua vitalità fisica e alla sua famosa frangetta nera.
Se le esperienze dei “camera clubs”, dei “girlie magazine” e l’incontro con la fotografa-modella Bunny Yeager, che l’hanno resa un simbolo di libertà sessuale, sono note ai più, meno si sa degli anni successivi al suo ritiro dalle scene e di come nasce la “Bettiemania”.
Lorenza Fruci, autrice della biografia “Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up” (Perrone editore) ripercorre tutta la sua esistenza e la storia della sua iconografia, svelandone aneddoti, curiosità e note di costume. E, in queste puntate di “Blu come un’arancia”, ci accompagna nella rilettura della figura di Betty Page oltre quella di modella pin-up, tra fede, violenza e malattia. Ancora oggi attuale, la sua storia rappresenta il coraggio di una donna di andare contro conformismi, di sfidare i tabù, di essere sé stessa in barba ad ogni convenzione, tanto da essere un modello di libertà per molte giovani donne in tutto il mondo.
Ma non solo, la sua storia si intreccia anche con quella della fotografia perché testimonia il potere che le immagini possono avere nella memoria e nell’evoluzione dei costumi, l’importanza del collezionismo e l’influenza che la fotografia può avere sulle altre arti. A pensarci bene, quando si parla di Betty Page in realtà si parla della sua immagine… perché Betty Page è le sue fotografie.
Crediti:
Ideazione progetto, sceneggiatura e voce: Lorenza Fruci
Voce maschile: Ugo Bentivegna
Montaggio: Leonardo Birindelli, Lorenza Fruci
Musiche originali: Mirko Dettori